Un maledetto male  si è portato via nei giorni scorsi “l’amico di tutti”  Claudio Roccamo, 57 anni, dirigente della squadra di Calcio del Brancaleone a cui da sempre dedicava il suo tempo e l’anima. Se n’è andato una colonna portante del paese di Brancaleone, un punto fermo per l’associazione di calcio, da sempre attivo nel gruppo sportivo per far crescere i ragazzi e assicurare che tutto funzionasse per il meglio.

Sempre presente in campo, ai tornei, alle manifestazioni e agli eventi dove protagonisti erano  i suoi ragazzi. E lui li conosceva tutti, un amico per le famiglie, un punto fermo per chi crede nello sport. Purtroppo in questi ultimi tempi il paese di Brancaleone sembra essere stato colpito da una maledizione, troppi morti, tante famiglie disperate che piangono i propri cari per morti premature e senza una spiegazione del tutto plausibile.

Quando eravamo bambini vedevamo morire solo gli anziani, oggi non è più così, stiamo assistendo a delle vere e proprie tragedie senza rendercene conto. Ecco quella di Claudio Roccamo è l’ennesima morte inspiegabile, da qualche tempo stava male, è vero, ma tutti lo ricordano come uno soggetto sportivo, senza vizi e con una salute di ferro, e allora il perché di tutto questo dolore?

Forse oramai le cose sono cambiante, siamo in un era a cui noi comuni esseri mortali dobbiamo solo assistere a queste atrocità ingiuste e vedere costantemente i familiari delle vittime divorate dal dolore. Il sapore della morte di chi ha perso un familiare non ha tempo, è sempre lì, giorno e notte, in ogni momento che ti assilla. Per fortuna esistono i ricordi, quelli belli, di quando era in vita e per qualsiasi cosa era sempre presente. Il profumo dell’amore, scolpito nei ricordi,  si sentirà sempre è non scomparirà mai.

Caro Claudio, sei stato una persona davvero speciale per la tua famiglia, per tuo padre e tua madre, per i tuoi fratelli e sorelle, per i tuoi amici e per chi ha avuto l’onore di conoscerti. Sicuramente in questo momento sarai in compagnia degli angeli più belli, si perché tu lo eri in terra e continui ad esserlo anche in cielo.