È stata finalmente presa una decisione chiara per la
programmazione finanziaria 2007-2013
Si dovrà ora definire bene la questione del disimpegno
automatico che si fa più complessa
Ed infine una decisione chiara ed univoca è stata
presa: la programmazione 2007/2013 di Sviluppo rurale sarà
attuata attraverso Piani regionali di Sviluppo rurale.
I Presidenti delle Regioni hanno così deciso a conclusione
di un esteso confronto che ha preso avvio all’indomani
della approvazione del regolamento n. 1698/05, a luglio dello
scorso anno, con il quale è stata negata la possibilità
della Tabella Unica finanziaria nazionale.
Potrà continuare così la positiva esperienza
regionale in materia di programmazione e spesa agricola che
ha consentito al nostro Paese di candidarsi a gestire nell’anno
in corso, l’integrazione di fondi derivata dai ‘risparmi’
di altri Paesi della Unione, nota come overbooking dello Sviluppo
rurale 2000/2006.
Adesso si può lavorare!
Il problema è stato descritto più volte e può
essere richiamato per pochi cenni.
La necessità di contenere i potenziali effetti negativi
del disimpegno automatico, meccanismo finanziario che prevede
il ritorno di tutte le risorse impegnate e non spese entro
due anni nelle casse comunitarie, aveva indotto il Ministero
ad avanzare una impegnativa proposta, quella del Piano unico
nazionale di sviluppo rurale.
In quello sarebbero state possibili tutte le compensazioni
necessarie fra Regioni che si fossero trovate in difficoltà
di spesa con trasferimenti interni decisi a livello nazionale.
Tale meccanismo, almeno fino all’ultimo anno, avrebbe
consentito automatica garanzia di spesa su tutto il territorio.
Si badi bene: fino all’ultimo anno poiché a quella
data ‘i nodi sarebbero venuti al pettine’, comunque
il livello generale della assegnazione nazionale doveva essere
raggiunto e per quel risultato non ci sarebbe stata alcuna
possibilità di compensazione.
Adesso le Regioni possono proseguire nella redazione dei propri
piani regionali in un quadro istituzionale chiaro, per consentire
di giungere all’intero sistema amministrativo, nazionale
e regionale, all’appuntamento di fine anno con tutte
le carte in regola per dare applicazione alla nuova programmazione.
Si potrebbe dire ‘adesso si lavora’.
In realtà la attività di preparazione dei documenti
programmatici e la definizione degli istituti previsti dal
nuovo regolamento non è mai venuta meno ed è
in pieno svolgimento.
Flessibilità nella gestione finanziaria cercasi
Tra le ‘cose da fare’ va da subito affrontata,
e con la massima competenza giuridica, la questione della
intesa fra Stato e Regioni per la più flessibile gestione
finanziaria del programma.
Non è che infatti sia stato risolto il problema del
disimpegno automatico, al contrario per certi versi è
tecnicamente più difficile affrontarlo.
La base giuridica della intesa ha come sorgente fondamentale
l’articolo 120 della Costituzione e può utilizzare
l’articolo 8, comma 6 della legge n. 131/03, la legge
‘La Loggia’, sul potere sostitutivo dello Stato
attivabile anche dalle Regioni.
L’ipotesi di lavoro è quella di, in caso di accertata
difficoltà nell’utilizzo delle risorse da parte
di alcune regioni, sia la stesa Conferenza di queste ad esercitare
l’iniziativa per dare avvio al processo sostitutivo.
In quel caso quindi di trasferire risorse da una Regione all’altra.
La questione è ben più complessa di quanto sembri
e si propone sotto almeno tre profili: quello della definizione
di un meccanismo legittimo, quindi consentito, dalla normativa
comunitaria.
È questo il problema principale sulla cui soluzione
ruotano e si risolvono tutti i problemi.
Quello della definizione di una efficace sistema di monitoraggio
finanziario che consenta per tempo la segnalazione delle indicate
eventuali difficoltà di spesa.
Infine quello della equità dell’eventuale riparto
delle risorse alle Regioni che ne facciano richiesta.
Se è prevedibile che sui due punti di gestione nazionale
si potrà giungere ad una soluzione adeguata, ben più
complessa è la questione comunitaria.
Ci si potrà basare, in particolare, sulla Dichiarazione
a verbale del Consiglio che approvò il regolamento
proprio in materia di gestione finanziaria in Paesi a programmazione
regionale dove tale flessibilità è prevista.
La possibilità di allargare le maglie di quella indicazione
in sede di regolamento applicativo, in corso di definizione,
sarà risolutiva.
Altri meccanismi sono già individuati: overbooking
interno, riserva premiante con la modulazione, utilizzo innovativo
dei nuovi strumenti previsti, dal Comitato di sorveglianza
alle risorse per l’assistenza tecnica previste per il
4% del programma.
Su tutto sovrasta la definizione del bilancio e delle risorse
dedicate allo sviluppo rurale che, come noto, si sono ridotte
complessivamente del 13%, in questo caso una notizia non negativa
poiché esisteranno meno possibilità di non spendere.
Ora al lavoro nelle sedi proprie della concertazione Stato
e Regioni per definire una ipotesi di lavoro praticabile e
soddisfacente: il 1° gennaio 2007 non è poi così
lontano.
24 ore agricoltura – 06/02/06
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