Il nuovo
presidente è l’agronomo Paolo Carnemolla (già
segretario della federazione), affiancato dai vice-presidenti
Pina Eamo (presidente di Anabio, l’Associazione nazionale
agricoltura biologica promossa dalla Cia) e Lino Nori (presidente
del Consorzio per il controllo dei prodotti biologici).
Compongono il consiglio direttivo Andrea Ferrante, Gino Girolomoni,
Lapo Cianferoni e Vittorio Fulvi (indicati dalle organizzazioni
dei produttori), Riccardo Cozzo, Vittorino Crivello, Nino
Paparella e Bruno D’Aprile (espressi dagli organismi
di controllo); Roberto Pinton, Roberto Gioacchin e Sergio
Rossi (nominati dalle organizzazioni della filiera e dai fornitori
di servizi).
Il neo-presidente Carnemolla ha espresso
soddisfazione per il superamento delle parentesi conflittuali
e la ritrovata unità del settore.
“È di estrema importanza che il settore agro-alimentare
biologico si presenti con compattezza e unitarietà
d’intenti in coincidenza con l'avvio della nuova legislatura,
che costituisce un momento decisivo per le scelte sulle nuove
politiche dello sviluppo rurale che dovranno essere espresse
a livello nazionale e regionale”.
Anche la neo-vicepresidente Pina Eramo ha
sottolineato la necessità di un fronte comune tra le
diverse articolazioni del settore, per non disperdere le risorse
e per costruire un’effettiva unità nelle campagne
a sostegno di un mondo rurale chiamato alle sfide impegnative
della globalizzazione dei mercati, della coesistenza con gli
OGM e della revisione delle politiche agricole a ambientali.
Il vice-presidente Lino Nori ha ricevuto
il caloroso ringraziamento da parte di tutte le organizzazioni
aderenti per la preziosa opera prestata per oltre un decennio
a capo della federazione.
Cos’è l’agricoltura biologica
L’agricoltura biologica ha il suo quadro normativo nel
regolamento CEE n.2092/91: in tutte le fasi di produzione,
dalla campagna alla trasformazione, sono vietati OGM e sostanze
chimiche di sintesi (fertilizzanti, diserbanti, antiparassitari
e insetticidi, ma anche coloranti, conservanti e altri additivi
chimici, così come farmaci stimolanti della crescita
del bestiame).
Le aziende sono sottoposte a un regime di ispezioni da parte
di organismi nazionali di controllo autorizzati dal Ministero
delle politiche agricole e forestali, che attraverso visite
nelle aziende e analisi del terreno, delle acque e dei prodotti,
certificano la conformità dei prodotti alla specifica
normativa europea.
Quarantamila aziende e un fatturato da numeri
uno
Il settore biologico italiano conta su 36.639 aziende di produzione
agricola, 4.276 imprese di trasformazione e 50 importatori,
per un totale di 40.965 imprese che lo collocano di gran lunga
al primo posto al mondo.
Posizione alta anche nella classifica dei Paesi con la maggior
superficie: i nostri 954.361 ettari “puliti” ci
pongono al terzo posto al mondi dopo Australia e Argentina,
ma prima di Stati Uniti e Brasile.
Il fatturato interno del settore biologico è stimato
in 1.7 miliardi di euro, a cui si aggiunge una quota rilevante
di export: gli organismi di controllo italiani sono accreditati
anche dai governi dei principali Paesi esteri, e prodotti
biologici italiani si trovano regolarmente nei supermercati
e nei più qualificati negozi di specialità alimentari
di Stati Uniti, Canada, Giappone.
Fonte: Greenplanet.net
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