La crisi del petrolio e del gas metano hanno puntualmente
riportato in evidenza la necessità di diversificare
le fonti di approvvigionamento energetico. L'agricoltura può
essere alquanto determinante nel fornire un significativo
contributo
(21 Gennaio 2006 TN 2 Anno 4)
di C. S.
L’agricoltura si è da diverso tempo proposta
di offrire anch’essa il proprio contributo. Veneto Agricoltura,
l’Azienda della Regione Veneto per i settori agricolo,
forestale e agroalimentare, che da tempo si muove nella sperimentazione
di settore, ha pronti i risultati di alcuni progetti. Per
il biodiesel, il carburante alternativo ottenibile da alcune
colture oleaginose, in particolare la soia, il risultato pubblicato
nel numero in distribuzione del periodico “Veneto Agricoltura”
segnala che può diventare conveniente.
Problema principale le “accise”; a patto cioè
che il potere pubblico sottoponga questa fonte energetica
ad agevolazioni fiscali simili a quelle cui è sottoposto
il gasolio. Il biodiesel può perciò rivelarsi
competitivo con il gasolio “fossile” nell’alimentazione
dei motori dei mezzi pesanti, come quelli pubblici, oppure
nel riscaldamento di edifici civili e serre agricole. Sono
questi i principali risultati di una recentissima indagine
dedicata appunto al biodiesel realizzata da Veneto Agricoltura,
dietro specifico finanziamento Mipaf (nell’ambito del
programma nazionale “Probio”) e con la collaborazione
dell’Università di Padova.
Ma l’impegno dell’Azienda regionale in questo
settore non finisce qui. Fresco di stampa è disponibile
per il mondo agricolo e non un agile manuale dal titolo “Utilizzazione
dell’olio di girasole in azienda”. Il volumetto,
anch’esso parte del progetto “Probio”, spiega
esattamente come produrre ed utilizzare questa pianta sia
per la trazione, che per il riscaldamento, tanto delle abitazioni
che delle serre, che per produzione di energia elettrica.
Ma non finisce qui. Da tempo Veneto Agricoltura opera attraverso
il proprio Centro di Montecchio P. (VI) per la divulgazione
delle attività cosiddette “fuori foresta”,
cioè attività forestali di pianura complementari
perlopiù alle attività agricole o di arredo
urbano. La produzione di piante autoctone certificate, ad
esempio, che possono andare a costituire fasce boscate o filari,
i quali utilizzati dopo pochi anni rendono legname importante
per l’azienda agricola, è ben conosciuta dagli
imprenditori agricoli. Per non parlare delle funzioni che
le stesse svolgono come frangivento, trattenimento delle rive
dei fossi dall’erosione, abbattimento degli inquinanti
di origine agricola, e prezioso habitat per la fauna selvatica.
Le nuove caldaie ad alto rendimento, rendono poi queste produzioni
altamente interessanti ed alternative a quelle a energia fossile,
in particolare per il riscaldamento, anche delle abitazioni.
Oltre a Montecchio Precalcino, Veneto Agricoltura ha realizzato
un’altra realtà dimostrativa a biomassa presso
il proprio Centro ortofloricolo di Po di Tramontana (Ro),
dove è stata installata una caldaia a cippato di legno
che riscalda le serre utilizzando il legname messo a disposizione
dai sei ettari complessivi di impianti legnosi posti a dimora
nel 2001 e nel 2002. Si tratta di due arborei specializzati
a fini energetici ed una serie di siepi lineari, con la medesima
funzione. Per tutto ciò Po di Tramontana e Montecchio
Precalcino sono stati inseriti nella rete dei siti della “Strada
europea del legno energia”.
Teatro Naturale – 21/01/06
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