I dati che arrivano dall’Ice, Istituto per il commercio
estero, parlano di leadership assoluta del to Made in Italy
nel mercato statunitense dei prodotti agroalimentari di qualità.
Ammonta a circa 2.5 miliardi di dollari il giro di affari
dell’export dei prodotti italiani verso quel mercato
con l’olio a fare da traino seguito dalla pasta e dal
vino.
Tutto ebbene quindi ma … attenzione alle insidie, due
in primo piano.
L’olio italiano copre ora il 68% del mercato americano,
cosa accadrà con il passaggio dei principali gruppi
del settore che passano in mano spagnola?
Di tutti i prodotti che si fanno passare per italiani, il
90% non lo è. E’ l’”italian sounding”,
fenomeno per il quale certi prodotti sono percepiti come italiani
perché hanno confezioni e metodi di comunicazione simili
ai nostri di fatto italiani non lo sono. E la gente li compra
convinta di acquistare Italiano.
Una situazione di questo tipo offre importanti opportunità
ma come coglierle:
il mercato americano è immenso ma anche selettivo
e spietato, Sbarcarci non è tanto semplice ma ci sono
opportunità che molte aziende italiane possono cogliere:
l’ufficio dell’Ice di New York è lì
per questo. Il prossimo mese di luglio si tiene a New York
la Fancy Food , il più importante appuntamento fieristico
dell’agroalimentare, eccezionale vetrina e punto di
contatto e incontro con importatori, ristoranti e rivenditori.
Tramite l’Ice con un contributo abbordabile si può
essere presenti in un apposito padiglione (l’anno scorso
furono 260 aziende e bastavano anche 5.000 euro) per testare
direttamente quel mercato e valutare se ci sono le condizioni
reali per affrontarlo.
Agronews – 03/02/06
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