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Il gelo colpisce l'agricoltura

 

Arrivano le prime stime sui danni provocati alle aziende agricole dalle persistenti ondate di freddo che stanno attraversando la nostra penisola. Preoccupano le colture a campo aperto e i frutteti. Crescono anche i consumi di combustibili e gas per riscaldare le stalle

Gli italiani battono i denti per l'ondata di gelo che attraversa la nostra penisola ma a fare i conti con le temperature siberiane ci sono anche i nostri agricoltori. Il freddo eccezionale ha infatti devastato molte colture di ortaggi, sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori, mentre c'è forte preoccupazione per i frutteti, dove le prime fioriture rischiano di essere distrutte dal gran gelo e dal vento sferzante.
Un'altra tangibile conseguenza dell'ondata di freddo per i produttori agricoli sta diventando il grande ricorso al consumo di combustibile (in particolare gasolio) e gas per riscaldare serre, stalle e strutture aziendali con evidenti conseguenze sul reddito degli operatori del settore.
La Cia sottolinea, in una sua nota, che accanto al gelo ancora le speculazioni "tornano ad essere una miscela esplosiva per gli ortaggi", aggiungendo che nel giro di appena dieci giorni (dal 14 al 24 gennaio) si è registrato al dettaglio un aumento medio dei listini del 15 per cento, con impennate anche del 30 per cento". I rincari, mette in evidenza, la Cia non hanno alcuna ragione di sussistere in quanto le quotazioni all'origine (cioè i prezzi pagati al produttore agricolo) hanno mostrato una certa stazionarietà, se si escludono lievi ritocchi di carattere fisiologico.
Per la Cia ci troviamo, quindi, ancora una volta davanti a rialzi dei prezzi artificiosi che con il freddo non hanno nulla a che vedere. E' infatti vero che le gelate hanno causato danni ad alcune colture a campo aperto, ma è altrettanto vero che ciò non può determinare rincari così elevati dei prodotti, molti dei quali era già stati raccolti prima dell'arrivo dell'ondata di maltempo.
Gli aumenti maggiori -sottolinea la Cia che ha condotto un' indagine attraverso le sue strutture territoriali- si sono avuti per i carciofi che al dettaglio sono cresciuti del 28,6 per cento al pezzo, per la cicoria (più 33,3 per cento al chilo), per la lattuga (più 17,9 per cento), per le carote (più 17,6 per cento), per i cavolfiori (più 13,8 per cento), per gli spinaci (più 13,2 per cento), per le zucchine (più 13,0 per cento), per i broccoli (più 13,8 per cento), per i finocchi (più 11,5 per cento) per il radicchio (più 7,1 per cento).
Per la frutta, al contrario, i prezzi sono rimasti praticamente fermi, tranne -evidenzia la Cia- per alcuni tipi di pere e di mele e per kiwi che, però, hanno registrato aumenti decisamente contenuti (2-3 per cento).

Aiol -24/01/06

 

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