Ce ne siamo
ricordati qualche settimana fa quando abbiamo dovuto regolare
il termostato di qualche grado più basso: l’energia
che ci riscalda, ci illumina, ci fa lavorare e ci consente
di vivere comodamente non è infinita, è esauribile,
va salvaguardata e soprattutto vanno trovate forme alternative
- rinnovabili e pulite - di approvvigionamento. Di questi
argomenti, vitali non solo per le generazioni di oggi, ma
tanto più per quelle di domani, ha parlato al Rotary
Club Cosenza nord l’ingegner Franco Salatino. Il relatore
ha esordito richiamando il protocollo di Kyoto, redatto e
firmato nel 1997, che si prefigge di dare una risposta concreta
alle variazioni climatiche che stanno mettendo a dura prova
il nostro pianeta e addirittura minacciano di provocare sconvolgimenti
irreversibili e letali per la sopravvivenza umana. L’obiettivo
programmato è la riduzione dei gas serra nell’atmosfera
nella misura del 15% entro il 2010, per l’Italia il
5,6 %, da raggiungere tramite il risparmio e l’efficienza
energetica e lo sviluppo delle energie rinnovabili. Purtroppo
solo nel 2001 sì è pervenuti a stabilire i regolamenti
e quindi la effettiva entrata in vigore del protocollo stesso
per cui sono in conto ritardi nel raggiungimento degli obiettivi.
Inoltre, solo negli ultimi mesi si è concretizzata
l’adesione sostanziale e formale di stati importanti
come Usa, Russia, Cina, India. In Italia, con la direttiva
Bersani, i produttori e importatori di energia sono obbligati
a produrre il 2% minimo da fonte rinnovabile. Le critiche
che sono state rivolte all’accordo di Kyoto sono tantissime
e di diverso segno. Principalmente da un lato si osserva che
potrebbe frenare lo sviluppo, dall’altro che rappresenta
uno sforzo minimo e quasi inutile da opporre all’inquinamento
dell’atmosfera. L’ingegner Salatino ha quindi
ricordato che le fonti energetiche sinora utilizzate sono
per lo più di tipo fossile: la legna, il carbone, il
gas, il petrolio; tutte sono in via di esaurimento e fortemente
inquinanti, oltre che costose e fonti di guerre e dispute
varie. Restano le alternative del nucleare, efficiente ma
costoso e fortemente contestato per l’alto rischio ad
esso connesso; dell’idrogeno, per il quale non si è
ancora trovata la via per la commercializzazione di massa;
e le energie rinnovabili, oltre naturalmente ad una maggiore
efficienza delle attività energetiche e un uso più
consapevole e privo di sprechi. Le energie rinnovabili sono
la riproposizione in chiave tecnologica moderna di vecchi
sistemi energetici. Inesauribili e completamente pulite e
non inquinanti, offrono un contributo notevole alla riduzione
dell’effetto serra e permettono l’affrancamento
dalla dipendenza dai combustibili convenzionali. Quali le
principali? Le correnti marine, per cominciare. Lo Stretto
di Messina potrebbe produrre energia elettrica per tutto il
Meridione d’Italia. Del mare fra Scilla e Cariddi si
sta infatti studiando il moto ondoso e la possibilità
di sfruttarlo attraverso delle turbine. C’è poi
l’energia eolica, novella riproposizione dei mulini
a vento, che pur presentando problemi di impatto paesaggistico
e pericoli per l’avifauna, sta per avere un forte sviluppo
anche da noi. Le biomasse sono oramai diventate una realtà
in forte espansione anche perchè ad effetto zero, in
quanto l’inquinamento che si ha dalla loro combustione
è pari a quello che si avrebbe ugualmente nel caso
fossero abbandonate, così come avviene oggi, a marcire
nei boschi. Il solare termico e quello fotovoltaico soprattutto
rappresentano una felice combinazione di convenienza economica
e ambientale oltre che architettonica; captano la luce e la
trasformano in energia elettrica permettendo di alimentare
la casa e di cedere la corrente non utilizzata alla rete elettrica
che la paga regolarmente; inoltre sono ottimamente indicati
in quelle situazioni in cui è difficile l’aggancio
alla rete distributiva e sono fonti di notevoli finanziamenti
pubblici (75%) che ne rendono ammortizzabile il costo iniziale
nel giro di 2-3 anni, rappresentando dopo solo un guadagno
economico. Dunque, mentre il protocollo di Kyoto è
partito, seppure in ritardo, l’Italia avrà il
duro compito di adeguarsi, sia per ridurre le emissioni nocive
che per annullare il gap delle importazioni di energia dall’estero.
E la scelta più razionale e vantaggiosa da ogni punto
di vista non può che privilegiare le energie rinnovabili.
Il Giornale di Calabria 04/04/2006
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