E’
il prezzo l’elemento su cui si basa la scelta di fronte
allo scaffale. Sicurezza alimentare e genuinità passano
in secondo piano. A parole si cerca comunque ancora la qualità.
Vorrei ma non posso?
(25 Marzo 2006 TN 11 Anno 4)
di Alberto Grimelli
Atlante delle denominazioni d’origine, cartine delle
specialità, cd rom delle prelibatezze anche per navigatori
satellitari, guide illustrate, tutto in nome delle nostre
Dop e Igp e con il riconoscimento del Fico bianco del Cilento
e della Mela annurca campana risulta ulteriormente confermato
il primato dell’Italia in Europa per il maggior numero
di prodotti Dop e Igp.
Sono 155 i prodotti italiani iscritti nel registro Ue delle
denominazioni tutelate.
Nel campo alimentare di qualità non abbiamo rivali,
in testa e con un grande vantaggio.
Possiamo vantarci di questo, pur importante,
risultato. Certo grandi vantaggi non ve ne sono.
I consumatori guardano più al prezzo che alla tipicità.
Negli ultimi due anni, secondo uno studio della Cia, sono
cambiati radicalmente gli orientamenti nei consumi alimentari.
Un cambiamento che ha interessato soprattutto le persone con
reddito inferiore ai 2000 euro al mese, praticamente il 61,7
per cento della popolazione
Prevale la ricerca del prodotto conveniente: si guarda prima
al prezzo.
Gli italiani cambiano i consumi alimentari: spendono di meno
e hanno timore per la scarsa sicurezza e genuinità
dei cibi.
Un elemento, quest’ultimo, che condiziona maggiormente
la spesa degli italiani rispetto a quella di altre popolazioni
europee.
In Italia dichiara di scegliere anche sulla base della sicurezza
alimentare e della genuinità quasi il 90% delle persone
quota che scende all’86,3 per cento in Francia, al 72,4
in Spagna, al 68,8 per cento in Inghilterra, al 40,6 per cento
in Germania.
Agli italiani piace mangiare bene ed essere
sicuri di ciò che viene loro servito nel piatto.
Due italiani su tre si dicono anche disposti a pagare di più
per l’alta qualità ma mancano i riscontri di
vendite, Dop e Igp restano nicchie di mercato.
La verità?
Gli italiani vorrebbero, ma non possono.
Teatro Naturale – 25/03/06
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