Concerto con il Maestro Brigandì nel Santuario di S. Antonio

maestro brigandì

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di Fortunato Mangiola e Rosa Iadevaia

Nel Santuario di S. Antonio, alle ore 19.30 del 6 gennaio, il M° Alberto Brigandì eseguirà all’organo musiche di  Daquin, Bach, Hollins e Vierne.

Il giovane musicista reggino si è diplomato al Conservatorio di Cosenza, ha frequentato il biennio della Haute Ecole de musique di Ginevra e ha vinto il premio della migliore esecuzione nella Cattedrale di Ginevra.

In atto è  organista della St. Joseph Church a Londra. Nella seconda parte del concerto il trio cameristico composto dal M° Alberto Orio all’organo e dai giovanissimi, Bruno Caridi alla tromba e Giuseppe Spanò al sax, suonerà musiche di Gherardeschi, Adam, Haydn,Telemann e Haendel.

A proposito del concerto, sia consentita qualche osservazione con domanda finale.

Il sole 24 ore ci ha classificato all’ultimo posto per la qualità della vita. Avremmo voluto smentire in piccola parte detto bollino negativo, ma non ci è stato possibile. Anche il presente concerto, purtroppo, va in quella direzione. Emblematica, infatti, è la vicenda personale del M° Brigandì, perché incarna uno dei drammi italiani più gravi, che contribuiscono a rendere povera l’Italia e soprattutto la nostra benamata Calabria.

Si è detto e scritto molto sulla fuga dei cervelli dalla madre patria. Il Brigandì è l’esempio vivente. Nato, cresciuto e formato nel “bel paese, dove il sì suona” (Dante, Inf. XXXIII, vv. 79-80), dopo aver conseguito due lauree, sperava di trovare occupazione in patria. Così non fu, per cui si costrinse ad andare in giro per il mondo. Al presente vive e lavora a Londra, dove, come detto sopra, è anche organista della Chiesa di San Giuseppe. Si aprirà in un futuro più o meno prossimo la possibilità di un rientro?

Lo speriamo, per lui principalmente e anche per noi, perché godremmo più spesso della sua maestria concertistica. Quello che auguriamo a lui, vale anche per i due giovanissimi concertisti, che affiancano il M° Orio nella seconda parte del concerto. Riusciranno essi a sistemarsi in Italia e non partire da emigranti, con una valigia oggi, per fortuna ma magra consolazione, non più di cartone, legata con lo spago?

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