Università, Carchedi: Il DDL Gelmini uccide l’Università pubblica

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Damiano Carchedi

Queste giornate trascorse tra cortei e manifestazioni – contro il disegno di legge Gelmini – hanno un valore molto significativo in quanto tutti gli studenti scesi in piazza lo stanno facendo per provare a far capire che questa riforma sta spezzando il loro futuro , e non come cercano di far capire i vari ministri a turno . A tale proposito Damiano Carchedi – fondatore e amministratore del portale studenti giurisprudenza di Catanzaro –  a poche ore dall’approvazione in legge del disegno , illustra le negatività di esso .

Il DDL più che un riforma dell’università, che pure sarebbe necessaria, è un testo volto a distruggere l’università pubblica ed il diritto allo studio di noi giovani. L’articolo 3 della Costituzione – continua Carchedi –  resterà solo un vago ricordo, così come l’idea di un’istruzione pubblica e di un’università pubblica dove i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, possano accedere a qualsiasi grado di istruzione e ricevere tutti i servizi necessari a garantire un diritto allo studio reale.

Questo disegno di legge – dichiara Carchedi – purtroppo non rispecchia l’immagine che il ministro Gelmini stesso vuole far penetrare all’interno delle coscienze di noi studenti . Il ministro parla tanto di meritocrazia ma il cosiddetto “fondo per il merito” – regolato dal titolo 5 del ddl Gelmini – oltre a non specificare in alcun modo le modalità di selezione e verifica delle competenze richieste, prevede che i buoni studio per gli studenti meritevoli debbano essere restituiti al termine del percorso formativo , facendoli diventare così prestiti d’onore . In altre parole, invece di usufruire del denaro pubblico – che tra l’altro viene dalle tasse che pagano le nostre famiglie – gli studenti sono chiamati a chiedere un ‘prestito’ in denaro da restituire dopo sei anni dalla laurea. Gli Atenei ” piccoli ” saranno costretti ad accorporarsi ad Atenei più grandi , portando a termine la classificazione di Atenei di serie a e b .

Nel 2009 i fondi per le borse erano di 246 milioni di euro. Oggi sono di 99 milioni. Nel 2011 si prevede che scendano a 76 milioni. L’Italia è l’unico paese – dichiara Carchedi –  che taglia laddove tutti gli altri investono , nel sistema di formazioni dei giovani e degli studenti  e lo fa , per coprire costi o debiti di settori che con tutto hanno a che fare eccetto che con il campo dell’istruzione . I risultati sono stati evidenti sulla pelle di tutte le nostre famiglie – continua carchedi – come l’assenza di supplenti , assenza di insegnanti di sostegno , classi con numeri di allievi in completo eccesso e con un solo insegnante al loro seguito . Purtroppo è inutile nascondere l’intenzione di valorizzare le Università private – che si possono permettere in pochi – e l’affossamento delle Università pubbliche .

E’ giusto – conclude Carchedi – che tutti gli studenti siano sullo stesso livello , sia il figlio del notaio che il figlio dell’operaio , rispecchiando l’art L’art. 34 della Costituzione  che recita: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli  studi.  La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio . Il DDL Gelmini invece ribalta radicalmente il sistema di diritto allo studio attuale, che eroga borse di studio a studenti selezionati con criteri di reddito e di merito. Mentre, la Germania e la Francia, che hanno una popolazione studentesca all’incirca uguale in numero alla nostra, investono in diritto allo studio 1,4 miliardi di euro l’anno, l’Italia si ferma all’incirca a 500 milioni ed ogni anno almeno il 20% degli aventi diritto non riceve la borsa di studio per mancanza di fondi;  questa è attenzione al futuro dei giovani e garanzia dell’accesso di tutti all’università e di pari opportunità?? Cosa ne sarà del futuro e del diritto allo studio di tanti giovani?

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Author: Consuelo

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