Reggio e l’Europa per un’intesa tra Monti e la Merkel

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La mancanza spirituale di unità fra i popoli non è che una delle ultime ragioni del profondo disagio in cui versa oggi la nostra umanità europea. E le iniziative per una più intima compenetrazione e un più intenso scambio di motivi ideali tra l’una e l’altra nazionalità, stanno a dimostrare per l’autorità di coloro che le dirigono, pel favore che le circonda, per le speranze che in esse si posano, quanto sia sentita la necessità di ritrovare un centro supremo, a un tempo ordinatore e motore, che sembra venuto definitivamente a mancare al travaglio umano.

Oltre le inevitabili difficoltà che le divergenze economiche, gli odii superstiti alla guerra, la “boria” delle Nazioni creano nell’ordine internazionale, a ogni reciproca intesa, nelle manifestazioni che tendono a un indirizzo europeo unitario, si incontra sempre, come situazione costante e quasi irriducibile, la profonda divergenza tra temperamenti etnici, che si contendono la scena attuale dell’umanità d’Europa: la mentalità Romano-Cattolica e quella Germanica-Protestante. Nonostante la indubbia reciproca buona volontà di collaborare esse sembrano costrette, quasi invincibilmente, ad accentuare la propria individualizzazione fino all’antitesi.

Per quanto si guardi addietro nel passato, l’unità delle direttive umane ci appare essere sempre stata il risultato di un genio determinato che ha saputo elaborare, in un tipo originale, dei motivi generali di pensiero per offrirli al mondo in una proiezione del tempo e dello spazio.

Non può che rintracciarsi a Reggio, questo genio, in quel centro spirituale del Mediterraneo dove sorsero i primi esperimenti di dialogo tra religioni e popoli, dove i mercati e le economie seppero accomodarsi all’Unità del diritto e all’Unità del Sapere, in cui confluirono e si stratificarono le cooperazioni intellettuali tra i popoli.

Se il Premier Monti parlerà la più elementare lingua della storia e della cultura mediterranea, allora la Signora Angela Merkel comprenderà che attingendo agli elementi fondamentali del pensiero, ricorrendo alla storia dei popoli che nelle superiori manifestazioni della loro socievolezza e della loro dignità civile continuarono a riconoscere la propria comunione esclusivamente nella eredità di una miscela etnica, potrà trovare il segno di una identità europea che non sia soltanto una aggregazione amministrativa di Nazioni. E per quanto s’è detto, al di là delle numeriche logiche finanziarie ed economiche, certo non potrà essere Berlino a guidare un così complesso processo di unificazione.

Poiché l’Europa non sarà mai senza il Mediterraneo, conviene sin sa subito rintracciarne il suo centro.

Giuseppe Bombino

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Author: Cristina

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