Pensioni, per i giornalisti non cambia nulla

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“La saggia e lungimirante politica previdenziale dell’Inpgi tiene fuori l’istituto di previdenza dei giornalisti italiani dai devastanti effetti della manovra Monti sulle pensioni”.

Carlo Parisi, presidente della Commissione Provveditorato e fiduciario Inpgi della Calabria, ricorda, infatti, che “l’Inpgi ha da tempo messo in sicurezza l’istituto per i prossimi 50 anni, grazie all’approvazione della riforma previdenziale che ha assicurato solidità ai conti”.

“Una riforma – sottolinea Parisi – che, incidendo positivamente sul bilancio attuariale, ha permesso di scongiurare la profonda «gobba» previdenziale, prevista tra il 2020 e il 2040, spianando invece le porte alla crescita del patrimonio che, per i prossimi 50 anni, eviterà di intaccare le riserve accantonate”.

“La manovra Monti – spiega il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese – in attesa di conversione parlamentare, allo stato attuale contiene una norma di impatto rilevante (per le Casse private e privatizzate) in quanto, ai fini del mantenimento della loro autonomia, obbliga l’aumento delle garanzie per gli equilibri gestionali che viene elevato dai precedenti 30 ai 50 anni”.

Non trovano, dunque, applicazione all’Inpgi le norme relative all’innalzamento dei requisiti di età per la pensione di vecchiaia. L’lnpgi ha, infatti, recentemente varato una propria normativa che equipara il requisito dell’età delle donne a quello degli uomini in un arco temporale di 10 anni. Per gli uomini resta fermo il requisito di 65 anni.

Per quanto attiene ai trattamenti di anzianità nulla cambia in quanto l’Istituto, anche per tale tipologia di pensione, ha una propria normativa autonoma. In tale materia, l’abolizione delle finestre mobili (12–18 mesi dalla maturazione dei requisiti), in virtù dell’esplicito riferimento della nostra normativa a quella generale, comporterà la soppressione delle medesime.

Il blocco della perequazione riguarda anche i pensionati Inpgi perché, anche in questo caso, il Regolamento dell’Inpgi richiama la perequazione stabilita dal sistema generale obbligatorio.

Pertanto, tutti i trattamenti pensionistici superiori a 2 volte il minimo Inps non avranno alcun adeguamento nel biennio 2012–2013. Saranno interamente salvaguardate le pensioni fino a due volte il minimo Inps nella misura del 100% (12.152,92 euro).

È opportuno, inoltre, sottolineare per le pensioni in totalizzazione l’abolizione della limitazione delle 3 annualità minime richieste in ogni gestione. Ciò comporta che ogni spezzone contributivo, anche minimo, potrà essere utilizzato ai fini del raggiungimento dei requisiti contributivi per l’accesso alla pensione in totalizzazione.

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Author: Cristina

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