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di Francesco Iriti
«Un lungo cammino quello risorgimentale, che vide il sacrificio e l’impegno generoso di tanti patrioti, martiri parecchi, sfidare le dure carceri e l’esilio, se non conoscere la fine della propria esistenza». L’onorevole Fortunato Aloi traccia uno spaccato sul ruolo del comune di San Lorenzo nella storia dell’unità d’Italia rifacendosi al libro di Saverio Zuccalà.
Aloi rimarca l’esigenza «di avviare un discorso in termini di serenità donando a ciascuno anche il riconoscimento di meriti e di elementi positivi presenti anche in quegli Stati laddove il tema della libertà e quello del livello di istruzione erano parecchio discutibili, affermando che il Risorgimento e l’Unità d’Italia appartenevano ed appartengono alla logica della Storia».
Ed il volume “San Lorenzo sull’ Aspromonte e l’Unità d’Italia” riafferma «che il centro di San Lorenzo e dei suoi laurentini, guidati dal loro sindaco Bruno Rossi, hanno offerto, il 18 agosto del 1860, un grosso contributo ai patrioti rifugiati sull’Aspromonte, impegnando l’esercito borbonico ed agevolando notevolmente lo sbarco di Garibaldi il giorno dopo presso la spiaggia di Rumbolo in Melito Porto Salvo. – continua Aloi – Una tesi che va sostenuta, anche alla luce degli elementi offerti dal mazziniano Alberto Mario, che nel suo volume “La Camicia rossa” cui fa riferimento lo Zuccalà, evoca un episodio che segna una pietra miliare nella storia del Risorgimento. Il 18 agosto dal balcone del comune di San Lorenzo il sindaco Bruno Rossi, dopo una riunione del consiglio comunale, proclama con solenne annuncio al popolo la fine nel Sud della dinastia dei Borboni e l’avvio della dittatura di Garibaldi».
«Occorre perciò ristabilire la verità. Saverio Zuccalà col suo interessante lavoro, – conclude Aloi, già sottosegretario alla P.I. -se lo assume ed il suo contributo lo offre a questa operazione-verità sul piano della nostra storia».
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