Forum del Terzo Settore su assestamento di bilancio regionale

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Il Forum chiede ai Consiglieri regionali di astenersi in coscienza dal votare il provvedimento che non tiene conto delle necessità delle politiche sociali

Ancora una volta il nulla.
Come ormai da prassi tristemente consolidata negli ultimi anni, anche questa manovra di assestamento di bilancio, proposta quale ultimo atto di un Consiglio ormai alle battute finali, non prevede alcuna somma stornata sui capitoli delle politiche sociali.

Ed è l’ennesimo schiaffo ai cittadini più deboli e fragili ed alle organizzazioni del Terzo Settore che con abnegazione continuano quotidianamente a spendersi in loro favore, sperando che un giorno qualcuno riesca a comprendere l’importanza di questi servizi.

Servizi che vengono forniti, per intenderci, ad anziani, minori, tossicodipendenti, persone con disabilità, servizi che puntano a sviluppare cittadinanza e partecipazione, che mettono in piedi processi educativi ed aggregativi fondamentali per il futuro di questa terra. Servizi sui quali un’intera generazione politica non ha saputo o voluto investire se è vero, come è vero, che ormai da anni in questa regione assistiamo all’approvazione di bilanci che presentano risorse per le politiche sociali a dir poco insufficienti, per non dire delle vere e proprie elemosine di stato!

E che non ci si dica che l’assestamento di bilancio è originato da ragioni tecniche! I bilanci sono strumenti politici, se ancora in Calabria questo termine ha un senso!
Eppure quest’anno ci avevamo creduto.

Ci avevano detto che con i fondi degli ormai famigerati “derivati” avrebbero coperto, perlomeno in parte, il gap enorme tra fabbisogno e spesa prevista, ad oggi ammontante a circa 20 milioni di euro per la quota sociale dei servizi socio sanitari e circa 10 milioni per i servizi socio assistenziali.

Così come ci avevano assicurato che avrebbero rimesso i soldi lì dove stavano, nel fondo ex L.R. 19, dopo che in solitudine lo scorso anno abbiamo gridato allo scandalo per lo scippo di oltre 5 milioni di euro dapprima annunciati con squilli di tromba proprio per sostenere politiche sociali nei grossi agglomerati urbani, e poi proditoriamente destinati alla pur giusta battaglia degli LSU/LPU.

Nulla di tutto ciò. In linea con una tendenza ormai evidentemente divenuta prassi ordinaria, al momento di destinare le poche risorse disponibili, ci si è per l’ennesima volta “dimenticati” delle politiche sociali.
Quale la conseguenza di tutto ciò?

Il rischio di chiusura di servizi indispensabili, il più delle volte unica risposta a migliaia di cittadini in difficoltà. Basti pensare che la quota sociale per i servizi socio-sanitari copre una parte variabile tra il 30% ed il 50% della retta di Case Famiglia, RSA, Case protette, ecc.

Mentre il fondo sociale copre per intero le diarie di gruppi appartamento per minori, centri diurni e residenziali per persone con disabilità, case famiglia per disabili mentali, strutture per anziani, ecc.
Noi ora diciamo davvero basta! E’ tempo di rispettare gli impegni, di restituire dignità a tutti i cittadini, a partire proprio dai più fragile ed i più deboli.

A fronte a questa violazione dei diritti di cittadinanza più elementari il terzo settore si mobiliterà con azioni di lotta e di protesta ed invita tutte le forse sociali a fare altrettanto affinché sia ripristinato, attraverso precise scelte di bilancio, il diritto alla vita ed al sostegno delle fasce sociali di fatto non garantite dalle Istituzioni preposte.
Intanto chiediamo a tutti i Consiglieri regionali, di ogni parte politica, di astenersi, obiettando in coscienza, dal votare un provvedimento chiaramente iniquo ed indifferente alle sorti di tanti cittadini in drammatica difficoltà.

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