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Storia di Melito Porto Salvo

Il territorio di Melito costituiva nel 743 a. C. parte integrante della colonia greca di Reggio.In seguito si stabilirono i Romani che rimasero fino alla caduta dell’Impero: lo testimoniano le pietre miliari, ora conservate nel Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria, ritrovate lungo l’antico percorso della via consolare Costantina – Licina e la localizzazione di un Decastadium, presso l’attuale Annà.Durante la dominazione bizantina si sviluppò Pentidattilo, centro di notevole importanza storica, politica e culturale che accolse i monaci basiliani divenendo Università.Nel XI secolo, il borgo, commercialmente attivo nei traffici marittimi e terrestri, prosperò notevolmente e le sue marine si ripopolarono, grazie alla stabilità politica ed amministrativa dell’età normanna e sveva.La marina di Pentidattilo, chiamata anche “Villa Melito”, divenuta sicura dopo le scorrerie turche, raggruppa le sue prime case attorno alla circolare torre di avvistamento, chiamata “ Torre Melito”.Purtroppo, però, sotto le dinastie degli Angioini, degli Aragonesi, degli Spagnoli, Pentidattilo venne messa in ginocchio da continue lotte e impoverita del tutto.Questo e il terremoto del 1783 determinarono il trasferimento della popolazione a Melito dove venne incrementato lo sviluppo agricolo della zona.Nell’800 il territorio subì una profonda trasformazione con l’introduzione di colture pregiate (bergamotto) e la costruzione di case coloniche dei nuovi proprietari terrieri, i Marchesi Ramirez.Melito iniziò la sua vita amministrativa con gli ordinamenti disposti dai Francesi e nel 1811 divenne capoluogo di un governo su Pentidattilo, che terminò la sua funzione di Università e si trasformò in frazione.Nel 1818 Melito fu elevato a ruolo di Comune, gli furono aggregati i villaggi di Prunella e di Pilati e nello stesso periodo vennero in esso trasferite le istituzioni religiose (l’arcipretale) e civili.Melito fu teatro degli storici sbarchi di Garibaldi con i Mille, avvenuti nel 1860 e nel 1862.Sulla spiaggia di Rumbolo una monumentale Stele e un Ossario tramandano ai posteri il ricordo di questi due sbarchi gloriosi e l’affondamento del vapore garibaldino, il Torino, il quale si arenò in un banco di sabbia antistante quella spiaggia. Ancora oggi, quando il mare è calmo e trasparente, si può scorgere la sagoma e la ciminiera del glorioso Torino.Il terremoto del 1908 causò al paese forti perdite umane e ingenti danni materiali e il successivo sviluppo urbano fu caratterizzato dal recupero delle case distrutte e da espansioni edilizie successive.Melito visse anche gli eventi legati ai due conflitti mondiali pagando il suo contributo di vite umane.Gli anni del dopoguerra sono stati caratterizzati da un consistente fenomeno migratorio, al quale assistiamo ancora oggi, anche se ultimamente si sta verificando un forte sviluppo commerciale, turistico e una buona espansione nel settore terziario e dei servizi.

Il Corso Garibaldi

E’ la più importante arteria di Melito, sia per quanto riguarda la viabilità pedonale che per quanto riguarda il traffico automobilistico. Vi si affacciano alcuni palazzi signorili, molti negozi e l’Ospedale “T. Evoli”.

Il Viale Rimembranze

Durante gli anni ’30 divenne il nucleo urbano più importante e gli edifici rispecchiano le caratteristiche dell’architettura di “regime”.Questi sono il palazzo Comunale, l’Ufficio Imposte Dirette, la Pretura, la Scuola Elementare “P. Megali”.Il viale alberato, ad esclusiva percorrenza pedonale, si presenta sopraelevato rispetto al piano stradale.Secondo la tradizione, ciascun albero fu dedicato ad un caduto in guerra.

Il Palazzo ComunaleI lavori di costruzione furono iniziati nel 1914, su progetto dell’ingegnere Giuseppe De Nava.Negli anni ’60 fu ampliato e successivamente è stato sopraelevato. Recentemente è stato ristrutturato.


 

 
 
 
 
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