Compagnia dei Democratici su abolizione delle Province

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Di abolizione delle province fin qui se ne è parlato e  si parla moltissimo, ma ancora il passo finale non è stato compiuto. E per fortuna! Non tanto perché riteniamo  sicuramente più opportuno conservare in funzione l’ente intermedio tra comuni e regioni, le uniche in grado di gestire le funzioni troppo grandi per i primi  e troppo territorialmente limitate per le seconde. Ma, soprattutto, perché le idee in merito sono davvero confuse e preludono ad un caos che finirà per devastare l’assetto istituzionale e creare nuova spesa.

I ministri che ne perseguono l’abolizione con ottusa perseveranza perché probabilmente  hanno la grande occasione di mettersi in mostra ben sapendo che alla fine non otterranno nulla di concreto se non qualche plauso demagogico, abolire le province è quanto di più populistico e facile si possa dire. Ci appare assurdo non tanto che si voglia abolire le province, ma che si proceda a testa bassa, ignorando i fondamentali del diritto e dell’organizzazione, senza curarsi di determinare ben prima che le province si aboliscano quale ente dovrebbe subentrare loro, sulla base di quale riforma non solo per ordine, ma anche di finanza locale, del patto di stabilità, di contabilità e sulla base di quale processo di successione nella titolarità nelle centinaia di migliaia di rapporti contrattuali.

In un periodo dove fioccano gli scandali, dove si parla di incredibili emolumenti e assurdi rimborsi con una politica che ci ha abituati ad ogni tipo di eccesso, all’illegalità, allo spreco, ai festini; tutto a discapito della collettività che ogni mese si vede togliere dalle proprie tasche somme di denaro sotto forma di tasse delle più disparate che in sintesi cambiano solo il nome, l’abolizione delle Province ci appare come il capro espiatorio per nascondere alla popolazione i reali sprechi. Per esempio se vogliamo considerare che chi fa l’assessore provinciale a tempo pieno, lasciando pertanto il suo impiego professionale, percepisce meno di un dipendente medio della Regione, per non parlare poi dei consiglieri Provinciali che hanno emolumenti  irrisori che anche citare ci pare vergognoso!

In sintesi i  costi risparmiati dal provvedimento che intende cancellare le Province, da un punto di vista strettamente finanziario, sono estremamente irrisori, probabilmente le ragioni saranno ben altre. Anzi l’abolizione della Provincia renderà necessario maggiori costi per altri enti per esercitarne le funzioni. Perché non si entra nel merito del costo dei Consigli regionali che rappresentano in alcuni casi veramente delle oscenità? La ‘cancellazione’, di fatto, porterà allo schiacciamento delle peculiarità dei singoli territori, con il gonfiarsi spropositato delle competenze regionali, tanto da moltiplicare il centralismo dei capoluoghi sugli altri territori”. L’abolizione delle Province ci trascinerà in un vero e proprio ingorgo istituzionale che renderà impossibile le relazioni tra il cittadino e istituzioni che saranno di fatto lontanissime”.

Di fronte a questo, tanto per dirne uno, provvedimento anticostituzionale la Compagnia dei Democratici mette a disposizione  tutte le sue forze, insieme a   tutti coloro i quali   ci incitano a prendere una posizione netta  per salvare la nostra Provincia. Dobbiamo essere tutti uniti perché l’abolizione di questo baluardo democratico può  significare  meno opportunità a chi è più debole e una diminuzione  dell’identità locale fatta di storia e di cultura. Un vero allontanamento delle  istituzioni  dai cittadini e di questi tempi per le nostre Comunità sarà una vera iattura.

Auspichiamo che tutti coloro i quali a suo tempo hanno manifestato contro la soppressione delle province, in altri loco mantengano la stessa tesi e dimostrino un briciolo di coerenza, noi ci crediamo poco in quanto sul contenimento dei costi della politica, sul porcellum e via dicendo i nostri rappresentanti politici predicano bene e razzolano male! Una cosa è certa, prima o poi si dovrà pur votare, e allora potremo dire la nostra con molta più efficacia.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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