Operazione “Ultimo atto”, Lione preparava inconsapevolmente armi contro se stesso

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di Francesco Iriti

Salvatore Lione, proprietario dell’autosalone di Cassano Jonio e responsabile dell’arsenale della cosca Forastefano, era il vero obiettivo dei sicari nell’agguato avvenuto il 27 luglio 2009.

Non sapeva di aver preparato le armi che servivano a ucciderlo, ma si e’ salvato perche’ ha riconosciuto il passamontagna del killer.Nei giorni precedenti l’agguato aveva preparato le armi senza sapere che sarebbero servite per lui.

 Mentre parlava con l’operaio incensurato Fazio Cirolla che stava trattando per l’acquisto di un’automobile nel suo ufficio, ha visto spuntare un passamontagna dalla porta e lo ha riconosciuto immediatamente ; grazie ai riflessi pronti e’ riuscito a scampare al fuoco nemico.

 A rimanere ucciso e’ stato invece l’innocente cliente. Da qui inizia la sua collaborazione con la giustizia , fornendo importanti particolari sulla cosca Forastefano. Oltre a lui ci sono altri due collaboratori fondamentali, di cui una e’ l’ex compagna del boss Vincenzo Forastefano che ha gia’ fornito elementi utili nelle inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sul clan dell’alto Jonio cosentino.

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