Melito Porto Salvo, Castello Feudale di Pentedattilo

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XIV secolo 32 Km da Reggio Calabria, 454 m slm

La fondazione di Pentedattilo, risale all’epoca alto medievale e può essere attribuita al diffuso fenomeno di riorganizzazione del territorio e delle strutture difensive e insediative che, a partire dal VII secolo e, con maggior frequenza tra il IX e il XII secolo, consolida la tendenza da parte delle popolazioni ad abbandonare le zone costiere, ormai insalubri ed insicure a causa degli impaludamenti, provocati da selvaggi disboscamenti, e dalle scorrerie dei Saraceni.

Assieme a questa risalita lungo le valli, alla ricerca di siti salubri e difendibili, iniziò il processo di “ellenizzazione medievale”, dovuto alla colonizzazione monastica orientale.

Pentedattilo, citata tra le sedi protopapali dell’area reggina durante la dominazione bizantina, nel periodo della dominazione angioina, pur essendo fondo ecclesiastico, ha un suo presidio fortificato; mentre nel periodo tra la dominazione angioina e quella aragonese, appartiene al monastero archimandricale del SS. Salvatore di Messina.

Alla fine del XV secolo, i Francoperta da Reggio furono i primi feudatari laici della baronia di Pentedattilo, a cui subentrarono gli Alberti di Messina nel 1589, i quali comprarono la baronia per 15.180 ducati e la tennero fino al 1680.

Risalgono a questo periodo le opere di ampliamento e potenziamento del castello, che venne dotato di baluardi e ponte levatoi( Il XVII secolo è segnato da feroci lotte feudali tra gli Alberti di Messina e gli Abenavoli di Montebello, ed è nota la vicenda riguardante la strage degli Alberti perpetrata verso la fine del 1600 da Bernardino Abenavoli Barone di Montebello. Dopo la dolorosa vicenda il maniero fu abbandonato e subì un inevitabile degrado. Nel 1760 il feudo passò a Lorenzo Clemente, marchese di San Luca ma il terremoto del 1783 danneggiò notevolmente l’abitato ed il castello di Pentedattilo venne indicato tra i centri da ricostruirsi in altro luogo.

Ma gli abitanti del paese incontrarono enormi difficà a trasferirsi sulla costa per l’opposizione del feudatario e per l’estrema povertà in cui versavano. Il feudo fu acquistato, nel 182 dai Ramirez di Reggio, e fu abitato fino al terremoto del 1908, chi assieme a frane ed alluvioni fece si che il luogo venisse definitivamente abbandonato. I ruderi del castello si modellano sulla rupe che domina l’abitato confondendosi con la roccia.

Tramite una ripida scalinata è possibile accedere all’interno del castello dove si possono individuare i vani voltati a botte e parte di un torrione circolare, ed al di sotto di una zona pavimentata, attraverso canali circolari, sono visibili stanze ancora coperte.

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