Uno studio sulla Rocca Armenia di Bruzzano Zeffirio

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Da marzo scorso gli studenti del Corso Integrato di Disegno e Rilievo dell’Architettura svolto all’interno del Corso di Studi del Dipartimento Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha affrontato il tema dell’antico insediamento armeno nella località di Bruzzano Vetere: la Rocca Armenia. Un antico sito studiato in un’ottica di ricerca che individua nuove metodologie di salvaguardia e di recupero. In particolare si è studiato ed analizzato il ruolo della rappresentazione modellistica e della simulazione grafica come strumento di monitoraggio per l’identificazione di una metodologia di intervento che tende ad un recupero “formale” del sito che presenta caratteristiche identitarie della presenza armena in Calabria. Il lavoro di rilievo svolto dagli studenti del Corso è iniziato con una attenta e puntuale pulizia della vegetazione infestante svelandone attraverso vari sopralluoghi, misurazioni ed esplorazioni sistematiche il sistema architettonico fortificato costituito da resti, ruderi e rovine. Ciò ha messo in evidenza l’importanza del sito in un’ ottica insediativa di antica memoria di una piccola comunità chiusa in una rocca che contiene al suo interno una grande complessità di significati materici ma anche e soprattutto significati immateriali che assumono il ruolo di archetipi urbani che rigenerano “significati” spesso dimenticati. Si respira comunque aggirandosi per il sito una antica aura di presenze lontane, di una comunità armena che forse aveva in quel sito installato una base militare difensiva.

Fu durante il IX° sec. d. C. che per ragioni militari un contingente Armeno a seguito del grande stratega Niceforo Foca (il nonno), giunse in Calabria. Qui i contingenti si stanziarono tra Bruzzano e Brancaleone (fondarono dei castelli scavati nella roccia) come quello ancora esistente a Bruzzano antica, conosciuto con il nome di Rocca degli Armeni o Rocca Armenia.

L’obbiettivo del lavoro è stato quello di elaborare un palinsesto attraverso il quale si mostra la millenaria stratificazione della Rocca in topografie “assolute” che si intrecciano, ridisegnando confini e margini. Resti di forme urbane immersi nella natura di pietra, come le ondulazioni dei vari livelli topografici, le pieghe del suolo, i forti salti di quota, gli elementi di pietra che indicano funzioni ormai del tutto perdute. Svelare così un mondo ricco di entità diverse che lasciano tracce nella storia e nel mito, nella presenza di questi affascinanti e talvolta misteriosi nuclei abitativi antichi. Lo studio propone un approccio “progettuale” orientato alla rigenerazione della struttura intesa come “monumento morfologico” dell’antico abitato armeno. Ciò al fine di indicare quali scelte e quali azioni “sostenibili” potrebbero essere necessarie per attuare un corretto recupero nell’immagine urbana della piccola “città” fortificata. Comprenderne i meccanismi di aggregazione e di crescita di un sistema architettonico oggi quasi definitivamente scomparso come forma “vivente”. La necessità quindi di introdurre nuove valenze figurative dei resti dell’insediamento fortificato per attuare un processo di relazioni tra i resti dell’organismo originario e il suo paesaggio. Edifici singoli o intere porzioni dell’area edificata interi pezzi di urbano hanno iniziato nel tempo a scomparire, disintegrandosi al suolo per essere riassorbiti dalla terra da cui sono sorti.  Il sito esprime un notevole linguaggio formale, una sintesi di archetipi morfologici e architettonici che si sono sviluppati nella successione delle epoche. Essere conservato così com’è o diventare un dispositivo di forma e materia che genera nuovi significati? Da un lato il valore del passato, dall’altro le aspettative del contemporaneo, nell’ottica di un nuovo ambiente che ri-diventi un ambiente vivente “contemporaneo”.

Le procedure adottate sono così sintetizzate:

  • Identificazione della natura morfologica della Forma Urbana della Rocca nascosta dalla vegetazione
  • Analisi della gerarchia degli elementi esistenti.
  • Riconoscibilità attraverso le parti residue dell’impianto urbano per mettere in evidenza l’evoluzione del luogo come una sorta di organismo in osmosi permanente con il paesaggio circostante che è l’espressione di un ciclo ininterrotto del sistema “originario” con il sito attuale.

I resti urbani della Rocca Armenia sono rigorosamente imposti dalla geografia del luogo. Ciò significa che non si è perso il genius loci così distintivo e peculiare, ma invece si conserva ancora e si riflette sull’originale essenza della memoria di una comunità che parla attraverso i resti di pietre, esse stesse memoria di una architettura vivente.

Oltre agli aspetti architettonici e culturali, -spiega il Prof. Gaetano Ginex – ai fini del nostro lavoro è stato necessario tenere conto dell’elevato valore architettonico e paesistico della Rocca, la sua posizione, la sua storicità, soprattutto la sua bellezza e fascino, che ha portato ad un processo di “scoperta” delle funzioni originali nascoste nei ruderi e abbracciate dalla vegetazione. Ciò si è potuto attuare solo evidenziando le caratteristiche “primigenie” ancora oggi leggibili, gli elementi dello stato attuale, i muri interrotti, i resti di antiche strutture che assumono ancora un ruolo determinante nel paesaggio attuale. Al sito viene così riconosciuto uno stato primigenio raccolto e custodito nella memoria collettiva. Tutte le immagini e i disegni prodotti dal lavoro degli studenti del Corso riescono a creare una nuova memoria del luogo in cui gli archetipi da sempre restano la chiave di lettura dell’intero paesaggio calabrese. E’ nostra intenzione – continua Ginex- produrre un materiale di rilievo del sito attuale oltre ad un modello tridimensionale e video di tutta l’area della Rocca farne dono a chi oggi custodisce la memoria degli Armeni nella terra di Calabria e dare vita a manifestazioni che ne divulgano i risultati e ne amplificano la memoria e il ricordo. A tal proposito – ha concluso Ginex- rivolgo un particolare ringraziamento agli studenti del Corso, che con molta determinazione si sono prodigati alla pulizia del sito dalla vegetazione invasiva, in sinergia e con il supporto del Presidente e della Vicepresidente della Pro Loco Bruzzano Zeffirio che hanno restituito una nuova immagine dell’antica Rocca Armenia, svelandola nella sua essenza.

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Author: Carmine Verduci

Nato a Brancaleone nel 1984, ha frequentato l'istituto d'arte di Locri. Artista e scrittore, ama la musica, la natura, la fotografia, la storia delle leggende Calabresi e dell'archeologia. Si occupa di divulgazione e promozione culturale dell'area grecanica e locridea, attraverso l'organizzazione di eventi culturali nella propria città e sul territorio.