Melito di Porto Salvo, 10 arresti dei Carabinieri

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I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 01.10.2015 dal Giudice delle Indagini Preliminari di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di dieci soggetti, ritenuti appartenenti alla ‘ndrangheta nella sua articolazione locale denominata “cosca IAMONTE”, per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso:

FLACHI Pietro, nato a Melito Porto Salvo il 15.11.1956;
GUERRERA Giuseppe, nato a Melito Porto Salvo il 09.03.1963;
IAMONTE Francesco alias faccia di drago, nato a Melito Porto Salvo il 27.09.1980;
IAMONTE Natale nato a Reggio Calabria il 28.12.1981;
MALASPINA Consolato nato a Melito Porto Salvo il 21.10.1953;
MEDURI Consolato alias Lampino nato a Melito Porto Salvo il 09.01.1987;
MINNITI Angelo nato a Melito Porto Salvo il 02.01.1975;
TRIPODI Giovanni nato a Reggio Calabria il 11.11.1982;
TRIPODI Giovanni alias Pelè nato a Melito Porto Salvo il 08.04.1979;
VERDUCI Pietro nato a Melito Porto Salvo il 10.02.1979.

L’odierna misura cautelare promana dalla sentenza di condanna emessa il 27.01.2015 dal GUP in sede di giudizio abbreviato, che ha imposto la rivisitazione dei precedenti giudizi di annullamento delle misure cautelari del Tribunale della Libertà di Reggio Calabria o, in un caso, di rigetto della richiesta di misura cautelare del P.M. da parte del G.I.P. in ordine alla gravità indiziaria.

L’attività trae origine dalle indagini dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria convenzionalmente denominate “ADA”,“SIPARIO” e “REPLICA” nei confronti della cosca IAMONTE, egemone nel territorio della municipalità di Melito Porto Salvo.

Le indagini susseguitesi, corroborate dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia AMBROGIO Giuseppe (indagine “SIPARIO”) hanno consentito di definire l’origine e l’organigramma della cosca di ‘ndrangheta IAMONTE e di far piena luce sulle attività criminali poste in essere dall’associazione, con particolare riferimento al traffico di armi e sostanze stupefacenti ed alla commistione tra amministratori locali e imprenditori affiliati alla cosca, grazie alla quale gli IAMONTE riuscivano a condizionare gare d’appalto bandite dai comuni del basso ionio.

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