“L’europeismo Degasperiano tra ideali e realismo” di Virginia Iacopino

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Di Virginia Iacopino

DOPO I DEPUTATI DEL TERZO STATO, VESTITI DI LANA NERA, DOPO I RAPPRESENTANTI DEL RE E DELLA NOBILTA’ ORNATI DI PENNACCHIE DI PIUME BIANCHE, ACCOMPAGNATI DALLA BANDA MUSICALE CHE A FESTA SUONAVA, MARCIAVANO I DEPUTATI DELL’ALTO CLERO. GRANDE ERA LA PROCESSIONE DEL POPOLO PER AMMIRARE QUESTO SPETTACOLO.

Dove si recava tutta questa ciurma? A Versailles. A fare che cosa? A barattare politicamente i loro personali interessi, a salvaguardare i loro colossali imperi economici a danno dei poveri che pagavano tasse alla monarchia, ai feudatari e decime agli ecclesiastici. E’ cambiato qualcosa sulla responsabilità e onestà politica di chi dovrebbe rappresentare il terzo stato moderno? Nel 1789 Joseph Sieyes, prete politico che svolse un ruolo importante nella rivoluzione francese che cambiò la storia di tutta l’Europa elaborò un piano politico per l’eliminazione dei privilegi nobiliari e clericali capace di riscattare il terzo stato. Si domandava: cos’è il terzo stato? rispondeva: tutto. Cos’è lo stato nell’ordinamento politico? Nulla. Cosa desidera? Diventare qualcosa che aveva voce in capitolo. Molti sono stati i preti rivoluzionari e speriamo che ci saranno per riscattare il terzo stato. Un esempio concreto da prendere in molta considerazione fu quello di Don Andrea Gallo che non ebbe paura della sconsacrazione e scomunica papale.Tirò dritto per la sua strada,non si tolse mai il collare di prete e applicò il vero vangelo di vita in azione non in chiacchiere vaticane. Cosa fece? Tolse dalla strada il bambino umiliato maltrattato, la bambina ragazza donna violentata,venduta e abusata anche dai preti depravati, l’uomo omosessuale, ai barboni senza casa, gli emigranti senza diritti vittime della globalizzazione economica sfruttatrice ecc. Egli dimostrò che tutto ciò si può verificare togliendo il superfluo rubato dai potenti che siedono indisturbati nei troni sacri e profani. Don Gallo faceva precedere le sue quotidiane preghiere cantando a squarciagola bandiera rossa e bella ciao. Era sempre presente nelle grandi manifestazioni del popolo di sinistra. Vogliamo far nostro questo suo operato? Grazie al contributo che potrebbe arrivare anche dai combattenti preti comunisti si potrebbe verificare il cambiamento di rotta di questo mondo caotico e corrotto per conquistare la forza del diritto, dell’unità, della giustizia, della solidarietà non elemosina ecc.

Il grande scrittore Michelet avverso alla politica ingiusta e corrotta esattamente come avviene per alcuni politici odierni descrisse così la presa della Bastiglia (simbolo dispotico della Francia) del 14 luglio 1789:… I cittadini si rivolgevano ai cittadini: tutti gridavano: alla Bastiglia! alla Bastiglia!… Nella propria casa ciascuno istituì un processo al passato e ciascuno lo condannò senza misericordia che ne il clero ne la nobiltà borghese arricchita ai danni soprattutto dei gradini più bassi del terzo stato possedeva. Si riapriva la storia lunga intessuta di sofferenze e di sangue patite nei secoli dal popolo schiavizzato. Finalmente i nonni, i padri, le mamme ruppero il silenzio; parlarono ai figli, ai nipoti e, insieme, corsero alla Bastiglia. Anche Robespierre e Marat, dichiarandosi incorruttibili, cosa che non era vera, corsero alla Bastiglia. Erano solo sanguinari, esaltati, avidi di denaro che istigavano all’odio, istituirono il tribunale rivoluzionario che mandò al patibolo i regnanti ma fecero anche stragi di nobili di alto impegno e grande umana moralità di cui volevano liberarsi. La fece franca Talleyrand abile diplomatico, intrigante ministro degli esteri, vescovo e principe che con la sua diplomazia fu il principale inventore fasullo della politica degli equilibri. Nel congresso di Vienna (18 settembre 1814-9 giugno) forgiò i destini del’Europa. Identificò la storia della civiltà con la storia della religione che doveva diventare affare dello stato e lo stato consacrato dalla religione. Tutti gli ecclesiastici dovevano essere stipendiati dallo stato e obbligati ad essere fedeli al governo e vestire abiti civili. La religione gli serviva perchè essa faceva sopportare agli uomini le differenze sociali offrendo consolazione per ogni cosa. Affermava che le donne si erano fatte cristiane quando hanno saputo che Dio si era fatto uomo e che i preti hanno per le donne il vantaggio che possono essere certe del segreto confessionale e possono essere assolte tutte le volte che commettono peccato carnale con loro e solo con loro. Di questo, naturalmente, il principe vescovo Talleyrand era esperto. Con il ritorno all’Europa cristiana medioevale egli ci riuscì, trovò in Metternich (cancelliere austriaco) suo avversario ma anche suo socio in affari e malaffari, l’artefice della restaurazione senza Napoleone che nella campagna per conquistare la Russia cadde in disgrazia. La sua grande armata fu decimata dalla fame e dal gelo. La dittatura militare napoleonica si sfaldava definitivamente. Da notare che era stato grande amico di Napoleone e non trovò mai difficoltà a tradirlo quando ciò tornava a suo vantaggio.

De Gasperi, uomo di confine, uomo d’azione e di preghiera che ancora viene osannato come padre fondatore dell’Europa unita in realtà avvalorò il nazionalismo; per lui unificare l’Europa significò imboccare la strada per ricostruire la democrazia cristiana che chiamava fonte dove abbeverarsi di valori da costituire un’efficace antidoto contro il veleno comunista sotto la protezione del Magistero Pontificio. Inventò l’espressione nazionalismo positivo legato al mito dell’uomo forte capace di aprire ad una possibile visione federalista di pacifica costruzione. Combattè il federalismo concepito dal Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, comunista, e di Ernesto Rossi dirigente di giustizia e libertà intellettuali antifascisti laici che indicarono la vera via di uscita per arrivare al federalismo europeo. Il Manifesto ha molto da dire contro le sfide e i pericoli che incombono sull’Unione Europea fuori dai modelli di spietata politica anticomunista di De Gasperi che ostacolò di fatto la nascita di un’ Europa laica rispettosa di tutte le religioni che avrebbe senz’altro apportato ad una costituzione di un parlamento politico europeo che ancora considera l’Europa solo dal punto di vista commerciale in cui ogni stato impone i suoi prodotti e ne fissa i prezzi.

L’Europa unita di De Gasperi fu confusa e impasticciata tutta protesa agli affari americani condivisi con la chiesa mentre il Manifesto di Ventotene era lucido, limpido appunto perchè non era imbrigliato nei malaffari. De Gasperi portava avanti il suo pensiero di liberalismo senza aver capito o voluto capire che il liberalismo economico degenera facilmente a libertinaggio economico che esclude il cristianesimo comunista. Attenti ricercatori esaminano l’europeismo Degasperiano tra ideali e realismo in cui risulta che De Gasperi non seppe lucidamente individuare la potenzialità dello sviluppo europeo.

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Author: Maristella Costarella

autore e collaboratore di ntacalabria.it

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