Concorso CoopStartup Calabria: premiati professionisti montebellesi

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Il gruppo composto da Fabio Leandro Macheda, Fortunato Tripodi, Vincenzo Verduci, Giuseppina Tripodi e Giovanni Alati è risultato essere tra quelli premiati nel concorso CoopStartup, promosso da Coopfond in collaborazione con Legacoop e Regione Calabria. Dopo un lungo percorso selettivo partito a gennaio e conclusosi il 15 ottobre u.s., tra le oltre 160 idee proposte, sono state individuate e premiate le 7 maggiormente innovative e più concretamente realizzabili. Il team montebellese che si compone, in maniera eterogenea e complementare, di figure ben inserite nella rete territoriale di riferimento e con competenze professionali specialistiche che variano dall’informatica all’economia, dalla consulenza d’impresa al project management, dall’agronomia e tecnica alimentare alla giurisprudenza, dall’architettura alla progettazione di interventi di sviluppo locale e di coesione sociale, si è aggiudicato il premio con il progetto “LombriCoop”. L’idea imprenditoriale, risultata vincente e per la cui realizzazione verrà costituita una società cooperativa, riguarda l’introduzione di modalità innovative, economicamente vantaggiose e ad impatto ambientale nullo per il trattamento e la valorizzazione della frazione organica di rifiuti solidi urbani (FORSU), nonché l’avvio di processi complementari all’attività primaria inerenti la produzione di fertilizzanti, mangimi bio e lombrichi vivi da utilizzare in attività similari.

«Nello specifico – spiega Fabio Macheda che ha coordinato la redazione progettuale – si vuole attivare una filiera a bassa complessità per la trasformazione della FORSU e di altri scarti organici (erba, legno, sansa d’oliva, letami animali ecc.) mediante la tecnica del lombricompostaggio. Detta filiera, adeguatamente implementata, grazie all’avvio di idonee aree di ecotrasformazione, razionalizzerà i processi di smaltimento della FORSU consentendone la valorizzazione economica mediante trasformazione della stessa in ammendante naturale all’humus».

«Con la nostra proposta imprenditoriale – continuano gli altri membri del team – abbiamo inteso rispondere alla crescente necessità di individuare ed attuare processi a basso impatto ambientale ed elevato grado di replicabilità per un’efficiente e corretta gestione della parte organica dei rifiuti solidi urbani che oggi si attesta intorno al 42% del totale rifiuti prodotti ed è in costante aumento. La soluzione individuata è partita da un’inversione di logica che ha condotto a vedere gli scarti organici non più come problema, ma come risorsa. Tale vision è resa possibile dall’introduzione di strategie innovative che, attraverso processi produttivi integrati e tra loro complementari, consentiranno: l’azzeramento dell’impatto negativo delle masse biodegradabili e la valorizzazione pressoché totale delle stesse».

Al progetto, che prevede il coinvolgimento, nella simultanea veste di utilizzatori (conferimento degli scarti) e consumatori (acquisto della produzione), sia di organismi pubblici che privati e promette di consentire notevoli risparmi di risorse pubbliche fino ad ora dedicate alla gestione dei rifiuti, hanno dato credito e sostegno anche i comuni di Motta San Giovanni, Roghudi e Condofuri che, assieme al Polo Regionale d’Innovazione Energia e Ambiente – NET hanno manifestato interesse all’iniziativa già a partire dalla fase progettuale.

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