Caccia al cinghiale, l’ATC Rc2 si mobilita per la salute

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Anche l’ATC, Ambito Territoriale di Caccia denominato RC2 con sede in Siderno, nel quadro delle proprie attività istituzionali volte all’organizzazione del settore venatorio ed a quanto connesso alla stesso, si è reso promotore di un piano teso alla salvaguardia della salute pubblica.

Infatti, qualche giorno addietro, si è tenuta una riunione con tutti i capisquadra di caccia al cinghiale, indetta dal Presidente dell’ATC RC2 Giuseppe Angiò, su impulso della Commissione che gestisce tale attività venatoria così composta: Bruno Zema, Domenico Linarello, Salvatore Sgarlato e Francesco Ferraro, con l’autorevole presenza del Dirigente del Servizio Veterinario dell’A.S.P. n. 5 Dott. Francesco Nirta unitamente al Dott. Mario Spezzano.

Oggetto dell’incontro, il monitoraggio dei cinghiali abbattuti ed il consumo familiare della relativa carne del selvatico, con approfondimento all’eventuale presenza di parassiti e particolare attenzione a quello denominato trichinella che potrebbe essere presente in tali ungulati.

I Dirigenti dell’Azienda Sanitaria, mediante la proiezione di apposite slide, hanno reso edotti i Capisquadra che coordinano tutta la caccia al cinghiale nell’Ambito RC2 di Siderno, sulla possibilità di tale evenienza la cui trasmissione all’uomo avviene solamente per via alimentare.

Il Presidente dell’ATC RC2 Giuseppe Angiò, nell’intervento iniziale di presentazione della riunione ha informato i Capisquadra che l’ATC RC2, formulerà appena possibile, apposita convenzione con l’IZS ,Istituto Zooprofilattico di Catanzaro, per l’analisi da effettuarsi sui cinghiali abbattuti, sostenendo le relative spese.

L’impegno richiesto  ai capisquadra sarà quello di prelevare una piccola parte dello sterno del cinghiale e consegnarlo per l’effettuazione dei controlli sanitari.

Tale iniziativa, ha dichiarato il Presidente dell’ATC RC2 Giuseppe Angiò, rappresenta un piccolo passo in avanti verso una gestione più ampia ed articolata della caccia al cinghiale, che ormai rappresenta una scelta venatoria condivisa sempre da più cacciatori, nel rispetto degli equilibri di mantenimento della specie e di controllo di eventuali danni che potrebbero arrecare all’agricoltura.

Marilene Bonavita 

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